Approfondimenti - Il Consiglio News Feed

venerdì, settembre 26, 2008

Un tranquillo scricchiolio di paura

Durante i caldi pomeriggi estivi le avventure del commissario Montalbano scorrono veloci e piacevoli in quei libretti suddivisi in brevi capitoli. Leggendo i racconti non si può fare a meno di sentire i profumi dei luoghi delineati in poche parole dall'autore, non si può fare a meno di credere che quei personaggi scolpiti in brevi e precisi tratti non siano veri e che i fatti narrati non abbiano una qualche relazione con ciò che realmente avviene intorno a noi.

Una sensazione di realismo che colpisce in modo ancora più marcato in particolare in uno di questi piccoli romanzi: "La gita a Tindari", uscito nel 1996. In esso si racconta di una segretissima clinica privata, nascosta da qualche parte in Sicilia, dove da tutto il mondo si recherebbero pazienti particolarmente abbienti ed ai quali verrebbero trapiantati organi provenienti da circuiti “alternativi”, da donatori cioè forse non proprio consenzienti ed in certi casi neanche adolescenti.

Il giro era in pericolo di essere scoperto, per cui chi gestiva il tutto si stava premurando di fare sparire le tracce uccidendo i pesci più piccoli. Tutti. Eccetto uno: il chirurgo che si occupava di eseguire le operazioni che, visto il calibro dei pazienti, dovevano riuscire a tutti i costi. Se vi fosse stato spazio per continuare a lavorare, trovare un altro medico con le stesse capacità disposto a tutto questo non sarebbe stato così facile.

Sanità privata in Sicilia dunque. Un argomento scottante e particolarmente attuale in questi giorni in cui il futuro dell'isola ruota intorno a questo argomento, con Cuffaro che immancabilmente mette i bastoni tra le ruote non appena si toccano le cliniche private.

Ma il motivo per cui si è ripresa la trama del libro di Camilleri è un altro ed è dovuto ad un fatto di cronaca verificatosi lo scorso maggio: l'arresto, tra il 5 ed il 6 del mese, del cardiochirurgo Carlo Marcelletti, originario di Ancona ma primario dell'ospedale civico di Palermo.

Marcelletti è un chirurgo di fama mondiale specializzato in interventi al cuore su soggetti in età pediatrica. Alcuni ricorderanno i controversi tentativi di separazione di gemelle siamesi nei quali si doveva decidere di salvarne una a scapito dell'altra. Un vero e proprio omicidio a sangue freddo.

E questo “background” va puntualizzato prima di ricordare quali siano state le accuse che hanno cagionato l'arresto del “luminare”. La più importante dovrebbe essere quella di peculato, concussione e truffa ai danni dello stato. Praticamente il primario assicurava una corsia preferenziale ai genitori dei piccoli pazienti in cambio di somme di denaro, nel suo caso sotto forma di donazioni ad una onlus.

Certo mai nessun medico in Italia è sceso a tanto, come le nostre visite nello studio PRIVATO del primario di turno possono testimoniare. Ed il solo Marcelletti dovevano andare a prendere, ed a seguito di un esposto anonimo. Vengano da me gli inquirenti che qualche testimonianza senza copertura di anonimato la faccio io. Per parecchi primari. E non solo in Sicilia.

Ma andiamo oltre che la cosa si fa ancora più interessante: un'altra pesante accusa colpisce l'unico medico italiano che (pare) abbia mai tentato di truffare lo stato. Quella di detenzione di materiale pedo-pornografico. Sul suo cellulare sarebbero stati trovati 5-6 mms “hard” (al giornalismo zozzo di questi giorni piace usare terminologie di questo calibro) in cui si ritraevano parti intime di un corpo femminile. E dato che il numero da cui provenivano apparteneva ad una donna avente una figlia minorenne, quelle sono le tette ed il culo della figlia. Una deduzione logica e consequenziale, degna di un paese da operetta come il nostro.

In pratica, prima di farvi inviare messaggi strani dall'amante assicuratevi che i figli siano diventati maggiorenni, o potreste ritrovarvi in carcere con l'accusa (inconsistente, come quella rivolta al chirurgo, ma infamante) di pedofilia.

La somma delle due motivazioni significa solo una cosa: un accusa strumentale ad incastrare il medico per chissà quale motivo, ma che dovrebbe avere a che fare con qualcosa di poco pulito nella quale hanno un posto rilevante i minorenni.

E qui viene la parte interessante. Perchè il 20 maggio seguente (un martedì), all'improvviso la RAI manda in onda la versione televisiva del romanzo di Camilleri di cui abbiamo parlato sopra. Avventure del commissario Montalbano non ne erano state trasmesse il martedì prima, e non ne saranno trasmesse il martedì dopo. Una messa in onda strana e tempestiva, quasi senza preavviso. Strategica. Isolata a bella posta. Nelle cui scene finali si vede il famoso chirurgo del libro tenuto in ostaggio e brutalmente minacciato con una pistola infilata in bocca.

Poi la vicenda è andata via via scemando, e Marcelletti è uscito dalle indecenti cronache dei nostri mass-media. Segno che la minaccia è andata ad effetto?

Dopo anni passati ad analizzare il linguaggio dei mezzi d'informazione italiani (ed occidentali in genere) per capire i messaggi che inviano, non siamo più tanto innocenti. Solo una cosa rimane da capire: chi è che punta la pistola in bocca al primario del Civico di Palermo, e cosa spera di ottenere da quel gesto? Nel film a quel punto il minacciato commette il più grave dei peccati: confessa tutto al commissario che si era finto killer.

Mi sembra di aver udito una sedia improvvisamente scricchiolare dalla paura sotto uno spettatore.

La versione televisiva de “La Gita a Tindari” può essere vista interamente sul sito di RaiFiction. Aspettate qualche minuto per permettere al filmato di caricarsi.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Abate, devo dire che come al solito hai dato analisi molto lucida sui fatti avvenuti, per meglio dire dell’inconsistenza delle accuse portate al Prof. Marcelleti; accuse inconsistenti ma accuse infamanti!!
Ma io voglio andare a parare altrove; e se Marcelleti avesse voluto far fare un ulteriore salto di qualità alla cardiochirurgia in Sicilia?
Non credo che questo gli sarebbe stato permesso, perché la sanità pubblica in Sicilia notoriamente non funziona e se funziona ti devi stare zitto e non fare tanta pubblicità, altrimenti il tuo reparto subirà “strani decadimenti” sia nella qualità del personale sia nelle forniture. Far funzionare gli ospedali si può ma senza strafare, altrimenti ti potrebbe capitare qualche scandalo alla Marcelleti. Credo che questo sia stato un segnale molto forte. Tralascio il giudizio etico che tu hai accennato su Marcelletti, perche va a toccare campi molto vasti e complessi. Con questo mio intervento non voglio certo dire implicitamente che non esiste in traffico illegale di organi, qualcosa che è semplicemente abominevole.
Che ne pensi della mia diversa conclusione?
Ciao a tutti
Mimmo

Abate Vella ha detto...

Ciao Mimmo!

Quello che dici tu sta succedendo con l'ISMETT di Palermo dove sanno di essere puntati sotto i riflettori che si accenderanno al minimo errore (ed infatti é successo recentemente per un paziente morto dopo un trapianto).

Per quanto riguarda Marcelletti, posto che é sin troppo palese come le accuse siano strumentali, il fatto che la cosa non sia proprio pulita lo deduco da come sono state diramate le notizie sui giornali e poi dalla messa in onda del film di Montalbano.

Potrei sbagliarmi, é ovvio. E la tua potrebbe essere una chiave di lettura validissima.

Peró fai attenzione ad una cosa: in un mondo in cui oramai ogni conversazione telefonica, ogni email, ogni passaggio ai caselli autostradali é monitorato, certi messaggi vengono scambiati nascosti tra le righe dei giornali. E'un linguaggio particolare che l'uomo della strada in genere non afferra. La notizia viene scritta una sola volta, e tutti la riprendono cosí com'é. Se cominci a capire questo linguaggio, puoi dare uno sguardo ai retroscena. Il linguaggio usato ed i codici inseriti (ad esempio quel 5 o 6 mms, che andrebbe letto 5+6=11, un numero spesso usato come firma da certi poteri) mi indicano la strada descritta. Non posso averne la certezza comunque.

Spero di poter scrivere qualcosa in proposito di questi codici. Nel frattempo per capire di cosa parlo potresti dare un'occhiata al blog di Paolo Franceschetti (vedi link a lato). Leggendo i suoi articoli e discutendone con lui ho potuto capire certi meccanismi. E sono certo della loro effettiva esistenza.

Abate Vella ha detto...

Mimmo, dimenticavo una cosa importante.

La minaccia di coinvolgere Maecelletti (ed un eventuale "protettore") in qualcosa come quella descritta non deve per forza voler dire che effettivamente un posto dove si fanno trapianti illegali esista e vi lavori il chirurgo.

La minaccia puó sempre essere tesa alla calunnia, alla fabbricazione di prove false etc etc. come anche tu proponi.

Quindi nel post non voglio dare un giudizio di colpevolezza finale. Si sta solo sbrogliando un ordito. La veritá (quella vera...) difficilmente la verremo a sapere!

Anonimo ha detto...

Ciao Abate, quando dico che non voglio dare un giudizio etico-morale su Marcelletti mi riferivo a questo tuo passo:
“Alcuni ricorderanno i controversi tentativi di separazione di gemelle siamesi nei quali si doveva decidere di salvarne una a scapito dell'altra. Un vero e proprio omicidio a sangue freddo.”
Ieri sera nel sonno ho dimenticato di inserire il passo. Quando ho detto che gli espianti ed i relativi trapianti illegali esistono, non intendevo dire che si facessero in Sicilia o che ne fosse coinvolto Marcelletti. Anzi credo proprio che questo problema non si ponga nei confronti di Marcelletti e tanto meno in Sicilia. Ma come hai ben detto tu, difficilmente noi approderemo alla “verità!” Volevo solo dire che esistono, si fanno, ed ovviamente nessuno ne parla, anzi si cerca di dare al tutto una sorta di aurea da leggenda metropolitana. Le mie conclusioni nel post precedente sono dovute ad una mia discussione con un chirurgo ( sanità pubblica ) che lavora sia in Sicilia, che all’estero. Di fatto il suo discorso portava nella direzione che indicavo io, per far funzionare dei centri d’eccellenza in Sicilia non devi fare troppa pubblicità, altrimenti non se ne fa niente.
Mi scuso per la mia “oscurità” nel post precedente.
Ciao Mimmo

Abate Vella ha detto...

Caro Mimmo,

certo quel 'giudizio morale' é messo in campo brutalmente. Ma nel contesto era importante delineare un carattere del personaggio.

Se per un attimo ci immaginiamo al posto del medico, ci troveremmo di fronte a quel dilemma, e per la maggior parte del genere umano quello sarebbe un dilemma etico drammatico e quasi certamente irrisolvibile. Come posso io decidere in mia coscienza chi deve vivere e chi deve morire? Noi non potremmo decidere, ne conseguirebbe che le bambine sarebbero morte entrambi.

Questo per dire quanto drammatica sia la posizione in cui la scienza pone l'uomo. Ma ci sono persone che sono al di lá di questi problemi morali, che hanno anteposto qualcosa ad essi e che (in questo caso) credono che la scienza in sé sia un bene da perseguire comunque al di lá del fatto etico.

Se mi permetti, una volta oltrepassato il limite del decidere chi debba vivere e chi debba morire, cosa ci fermerá?

Probabilmente non sarai d'accordo, ma per me Marcelletti ha il profilo "etico" adatto per lavorare in una clinica del genere.

Il che ovviamente non dimostra niente rigurado alla sua colpevolezza.

Sui problemi che affrontano coloro che vogliono fare medicina di un certo livello in Sicilia ho avuto anche io delle esperienze dirette. All'ISMETT, ma anche ad esempio al nuovo Garibaldi di Catania. Quindi su questo punto la vedo esattamente come te.
Marcelletti comunque al di lá di tutto é un chirurgo di altissimo livello ed a molti avrá data fastidio che operasse in Sicilia.

Anonimo ha detto...

Abate, se lo sono tolto di torno.

http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/cronaca/marcelletti/marcelletti/marcelletti.html

Avevi ragione. Aspettiamo da te ulteriori lumi...

Abate Vella ha detto...

Anonimo, vorrei tanto non averlo scritto questo post.

Comunque, questi sono gli scenari politici che si aprono:

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/51060/elezioni-giugno-danze-controdanze-infernali-tutto-miccich-lombardo-cuffaro-altri.htm