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venerdì, novembre 14, 2008

Berlusca Jones ed il vaso maledetto

Si sbraccia il pecoraio. Come un turco. Lui e quel gregge di transfrontalieri svizzeri che sguinzaglia a guardia del formaggio mentre gira ramengo con le sue pietose richieste d'aiuto.

Cosa diceva Galan? Ci paragonava ai turchi? Un paragone temporalmente ineccepibile visto che il suo capo nel frattempo si dirigeva proprio da loro.

La posizione del magnate di Arcore si fa sempre più difficile. Il suo zigzagare tra oriente ed occidente, mal digerito dai media occidentali che un giorno lo pongono sul piedistallo, l'altro lo gettano nella polvere, sta seguendo traiettorie sempre meno ampie che sembrano convergere tutte verso lo stesso punto.

Solo che questo punto non è quello che pensava lui, quello della macro-regione fantoccio del sud asservita alle voglie sue e di quei pochi soci nei suoi affari caprini.

La sue tendenze filo-russe erano state notate da tempo, ma la stampa anglosassone faceva di tutto per dissimulare l'uscita dai ranghi. Fino a quando il capofila, il solito Economist, lo scorso 4 settembre ha dato finalmente il permesso di rompere il silenzio sulla fastidiosa intemperanza subalpina:

Contro le obiezioni provenienti da alcuni quartieri filo-russi, primo tra tutti il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, la UE ha condannato le azioni russe in Georgia

Berlusconi si è voltato ad est sia per tentare di portare a termine il disegno perseguito dalla P2, come ventilato da Gelli (“Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo”), sia per interesse personale. E lo ha fatto per tempo, avendo intuito che i suoi principali alleati occidentali, George W. Bush ed i cosiddetti neocon, erano oramai al tramonto.

La scorsa estate, sentendo sempre più vicina la vittoria di Obama, ha rotto gli indugi diventando più esplicito nelle sue esternazioni russofile, sporgendosi sino a giustificare l'intervento in Georgia e a bloccare, insieme ai tedeschi, ogni risoluzione che potesse irrigidire troppo Mosca.

Il problema è che a Mosca a loro volta hanno idee diverse, e dei pecorai e delle loro macro-regioni di mozzarella non sanno cosa farsene. A Mosca hanno un preciso progetto di assetto mediterraneo e procedono per la loro strada.

La recente riunione a Palermo dei presidenti delle regioni del sud Italia è un sintomo di quel procedere: Lombardo (e finalmente anche gli altri) sanno di potersi giocare le loro carte sullo scacchiere geopolitico internazionale e non si stanno facendo pregare.

A seguire Blondet, che fa credere di trascrivere fedelmente ogni mezza frase di Putin, non si capisce da dove si possano dedurre certe cose. Significativamente il nostro, tra tutte le interviste ed i discorsi riportati, ha tralasciato una frasetta che al Kremlino negli ultimi mesi hanno ripetuto parecchie volte.

Ecco come si esprimeva Putin all'indomani della guerra in Georgia:

«Parlando di prestigio, il prestigio di alcune nazioni è stato danneggiato severamente negli anni recenti. In effetti negli anni recenti i nostri partner americani hanno coltivato il diritto all'uso della forza invece del diritto internazionale. Quando abbiamo provato a fermare la decisione sul Kosovo, nessuno ci ha dato ascolto. Abbiamo detto, non fatelo, aspettate; ci state mettendo in una posizione difficilissima nel Caucaso. (...) Ora per qualche motivo, tutti parlano del diritto internazionale.

Ma chi ha aperto il vaso di Pandora? Lo abbiamo aperto noi? No, non lo abbiamo aperto noi. Non è stata una decisione nostra, e non è stata una nostra politica.

Ci sono ambedue le cose nel diritto internazionale: il principio di integrità territoriale ed il diritto all'autodeterminazione. C'è bisogno soltanto di raggiungere un accordo sulle regole a terra.»


Il vaso di pandora a cui si riferisce Putin è quello della auto-determinazione. Ne hanno parlato tutti sin dall'inizio del 2008. Sempre però in riferimento alla situazione nel Kosovo ed ai suoi riflessi nel Caucaso. Così scriveva ad agosto il Los Angeles Times, in un articolo il cui titolo diceva tutto (“Il vaso di Pandora della sovranità. L'appoggio ai movimenti d'indipendenza può avere conseguenze disastrose”):

Semplicemente come l'occidente voleva proteggere il Kosovo dal dominio serbo, così Putin spera di liberare l'Ossezia del sud e l'Abkhazia dalle interferenze georgiane e tenerle nell'orbita d'influenza russa.

Ma è vero che l'obiettivo primario di Putin era liberare quelle due sperdute enclavi caucasiche? A guardare bene la Russia non troverebbe alcun vantaggio nella definitiva stabilizzazione dei due staterelli. Pur avendone riconosciuto formalmente l'indipendenza, la tensione non è stata assolutamente allentata malgrado una ulteriore azione georgiana non sembri possibile. Questo perchè una stabilizzazione dell'area in questo momento vorrebbe significare da parte russa la rinuncia implicita alla Georgia, cosa inimmaginabile.

Anche lo stesso Economist deve ammettere che “Non è ancora chiaro cosa voglia veramente la Russia in Georgia – o altrove.”

Dall'altro lato, che motivo avrebbero a Washington di resistere alla formalizzazione dell'indipendenza delle due enclavi, sapendo che in cambio potrebbero ottenere la definitiva annessione della Georgia all'occidente, una pedina di altissimo valore nello scacchiere caucasico? Il problema sembra proprio essere quello del vaso di Pandora. In quel vaso c'è ancora qualcosa di scottante.

Viene allora da chiedersi che cosa ci sia ancora lì dentro ed a cosa stia puntando Putin. Come si fa a fare saltare fuori da quel contenitore un vero dispiacere per l'occidente, quando negli ultimi decenni proprio l'occidente si è dedicato a spezzettare ogni cosa che gli capitasse tra le mani? Stati, nazioni, partiti, famiglie, usi e costumi e persino l'occasionale bambino per trarne un organo in più da trapiantare, tutti sono stati sbranati senza ritegno da questo mostro.

Ma un dispiacere forse c'è. C'è un oggetto in questo vaso di Pandora di cui tutti hanno paura. Per questo Berlusconi per la prima volta ha cercato di attirare l'attenzione sull'argomento durante la visita in Turchia allarmato dalla riunione di Palermo:

Secondo Berlusconi sono provocazioni anche il riconoscimento del Kosovo e l'ipotesi di un possibile ingresso della Georgia e dell'Ucraina nella Nato.

La guerra con la Georgia è già passata e l'indipendenza di Abkhazia ed Ossezia del Sud è in fondo cosa fatta. Perchè ricordare ancora il Kosovo?

Perchè è con le spalle al muro, e si sbraccia come un dannato per attirare questa benedetta attenzione. Perchè dal vaso di Pandora sta per uscire l'Autonomia Siciliana. Ed il possibile ingresso della Sicilia e poi di tutto il sud Italia nell'area di influenza russa.

Solo che, purtroppo per lui, quelli che dovrebbero ascoltarlo tireranno dritti per la loro strada. Figuriamoci che prospettive deve avere chi è abituato a vederci con un occhio solo.


Su EffediEffe lo scorso agosto sono stati riportati due importanti articoli contenenti le dichiarazioni di Putin. Il primo, pubblicato il 31 agosto, è la trascrizione completa di una intervista effettuata dal canale televisivo tedesco ARD. A questo indirizzo potete trovare l'originale: http://www.tagesschau.de/ausland/putininterview100.html.
Il secondo è quello della CNN del 28 agosto, segnalato il 4 settembre. Sempre un'intervista, ma in questo però non si tratta di una trascrizione completa, ma di un condensato tradotto dal seguente articolo: http://edition.cnn.com/2008/WORLD/europe/08/28/russia.georgia.cold.war/#cnnSTCText. In nessuno dei due pezzi si parla di questo vaso di Pandora.
Strano comunque che nel secondo caso si sia scelto di tradurre il condensato invece della interessantissima trascrizione completa dell'intervista come nel primo caso, trascrizione disponibilissima in rete (http://edition.cnn.com/2008/WORLD/europe/08/29/putin.transcript/) e dalla quale è stato tratto il brano riportato sopra.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Macari Ddiu! Da Lombardo scettico mi rendo conto che in questo momento il ruolo dell'M.P.A. potrebbe essere essenziale. Il Presidente si sta dimostrando indubbiamente scaltro ed ottimo giocatore, peccato che non dimostri molta scioltezza nel rapporto diretto con il popolo, ciò solo potrebbe far saltare molti equilibri. In ogni caso l'appuntamento delle europee mi pare decisivo. Se l'M.P.A. passa il turno in tutto il Sud od almeno nella circoscrizione Sicilia/Sardegna il gioco diverrebbe ancora più agevole. E' indispensabile che tutti i partiti suddisti ed autonomisti si alleino,puntando uniti sull'M.P.A., compreso il Partito Sardo d'Azione. Tu che ne pensi Abate?

rrusariu ha detto...

Peppinnappa
ci stamu travagghiannu a muntata!!!

Orazio Vasta ha detto...

http://rarika-radice.blogspot.com/2008/11/blogluned-24-novembre-auto-oscuramento.html
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DIAMO VOCE ALLE NOSTRE VOCI,divulghiamo postiamo il link di sopra...
Orazio Vasta

Abate Vella ha detto...

Peppinnappa,

non so se dei rappresentanti a Bruxelles servano a qualcosa, ma se queste elezioni-farsa (e l'elezione di almeno un rappresentante) possono contribuire a rendere piú unite certe forze ben vengano.

Rimango comunque del parere che ci vogliano delle forze un pó piú "estreme" dell'MPA, che mettano pressione su Lombardo dall'altra parte, in Sicilia come nelle altre regioni del sud.

Queste potrebbero anche non essere dei veri e propri partiti politici, bensí dei movimenti d'opinione ben strutturati.

Anonimo ha detto...

ho visto le immagini dell'incontro a palermo, ma lombardo vuole ricoatituire l'antico Stato siciliano?
conoscendolo mi pare difficile...

Anonimo ha detto...

Abate, secondo me, il problema non è quello dei due deputati, ma è quello dell'emergere a livello ufficiale del dato politico, che può essere veramente trascinante. Ogni giorno di più Lombardo sta dimostrando che la sua candidatura ed elezione alla Presidenza della Regione è il risultato di una sua abile presa per il c. del così detto cavaliere e del tandem Casini-Cuffaro; se non riesce, attorno a lui sarà terra bruciata e questo lui lo sa, per questo comincia a diventare credibile.A sinistra, potrà ricevere temporaneo supporto solo in funzione antiberlusconi, ma giacobini, antisiciliani col cervelo a Bologna e settari come sono, giammai avrà ruolo. Lo stimolo va bene, ma in politica non bisogna mai dimenticare i margini di manovra, specie nei momenti iniziali, poi, quando tutto si avvia, puntualizzare diventa più agevole ed è doveroso.