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sabato, marzo 28, 2009

Ci siamo

Quando busseranno alla tua porta
Come verrai ad aprire?
Con le mani in alto
o sul grilletto del tuo fucile?
Guns of Brixton – The Clash


Bobo Craxi, dirigente del partito socialista e figlio del più famoso Bettino, saluta così la nascita del nuovo gregge del pecoraio (nella foto decapitato per l'occasione da Corriere.it):

«Il Pdl ha i numeri ed il consenso per governare, ma è fermo all'Italia del 1994. Presto o tardi entrerà in crisi e contraddizione. È un contenitore elettorale con un grande leader. ma non è un partito politico»

Quel “presto” non è relativo solo all'avanzata età di quel leader (72 anni) ma anche alle mutate condizioni geopolitiche sia in Italia che fuori dove la massoneria anglosassone (unica vera artefice della finta unità italiana) è in forte ritirata e forze pre-risorgimentali si tornano ad affacciare sul Mediterraneo. Senza contare l'ascesa inarrestabile di nuovi colossi quali Cina, India e Brasile.

Sono i riflessi in Italia di queste mutate condizioni geopolitiche che sempre in occasione della fondazione del PL, fanno dire a Raffaele Lombardo:

«Quelllo di Berlusconi è un grande partito, ma non il più grande della storia d'Italia. Credo che la Dc del 1948 avesse più consensi, ma io gli auguro di superarla»

Il paragone con la DC (la cui storia Lombardo conosce estremamente bene) non è altro che una ripetizione del “Presto o tardi” di Bobo Craxi. Poco dopo i successi del 1948 l'ala diremmo “nazionalista” della DC guidata da De Gasperi (della quale erano colonna portante i “calatini” Sturzo, Milazzo e Scelba) era destinata a soccombere ed a lasciare il campo ai “fratelli” dell'ala sinistra con i vari Fanfani, Andreotti, Cossiga, Scalfaro dicendo addio al sogno di un'Italia libera dal dominio anglosassone e giusta con tutti i suoi cittadini.

E visto che in fondo il sogno post-piduista e neofascista del cavaliere [*] è ancora quello di creare un'Italia sovrana con la testa al nord ed il sud e la Sicilia schiavi ancora più di prima, quando almeno qualcosa il nord lo produceva, Craxi e Lombardo sembrano suggerire che oramai lo stivale è destinato a spaccarsi comunque.

Il tono degli auguri politici di Lombardo poi sa anche di un “in bocca al lupo” scambiato sì con rispetto, ma tra avversari e non tra alleati. Quel “gli auguro” pone distanza e dà la sensazione di una strada destinata a divaricarsi per sempre.

Siamo dunque al bivio che aspettiamo da tanto tempo? (vedi il post "Repetita juvant")

Secondo un sondaggio propostoci da La Sicilia, “Se si votasse oggi, il Popolo della Libertà avrebbe nell’Isola un consenso tra il 47% e il 50%.” Pietro Vento, direttore dell'istituto Demopolis, autore del sondaggio aggiunge che “Se al Nord [il pecoraio, ndr] si ritroverà una Lega sempre più forte, in Sicilia il Popolo della Libertà avrà di fronte, nel Centro-Destra, due alleati ed avversari di peso come l’UdC e l’MpA di Lombardo”.

Casini, leader dell'Udc (ufficialmente avversario, ma sotto sotto tramite Cuffaro alleato del PdL), dopo aver nuovamente rifiutato lo stomachevole scioglimento nelle megalomanie arcoriane, ha addirittura previsto un prossimo ritorno alle urne sospinto da Berlusconi che spera in questo modo di avere la maggioranza assoluta in parlamento.

L'Mpa (ufficialmente alleato, ma sotto sotto avversario del PdL) dal canto suo ha tentato l'attacco a sorpresa al nord (vedi il post "La nuova breccia") dopo il suo congresso romano forse per evitare lo scontro frontale o forse per accentuarlo, non si capisce bene.

Fatto sta che Berlusconi tre giorni fa (25 marzo) ha aperto ufficialmente le ostilità con la Sicilia. Lo ha fatto ad Acerra, durante l'inaugurazione dell'inceneritore, dove ha dichiarato: "E adesso tocca alla Sicilia". L'inceneritore campano è un simbolo del successo del criminoso piano rifiuti del governo, successo che ha riportato l'area napoletana sotto controllo dopo la tentata ribellione sulla questione delle discariche (vedi il post "Spazzatura d'occidente"), e che fa parte di un trittico terrorista nordista composto anche dalle centrali nucleari e dal ponte sullo stretto.

Il pecoraio sembrava fosse destinato ad una morte politica carica di oblio ed invece, ora che vede il nemico principale (la finanza massonica anglosassone) allo sbaraglio, tenta il colpo di coda tornando a bussare alla porta di colui il quale più degli altri ha aiutato (Raffaele Lombardo) con l'intenzione di riprendersi tutto con gli interessi.

In previsione dell'assalto finale a Palazzo d'Orleans ha circondato l'isolato mandando segnali precisi a tutti gli alleati della vittima.

Per Pulvirenti sono sorti improvvisi problemi di atterraggio a Linate per gli arei della sua Windjet, mentre il Catania Calcio (di cui è presidente) si vede bloccare il progetto del centro sportivo da strani intoppi al Comune di Mascalucia (CT).

Zamparini, fresco di nozze con lo stesso Pulvirenti (vedi il post "Tra Palermo e Catania non mettere il dito"), si vede rinnovate le accuse di connivenze del suo Palermo con la mafia.

La corte dei conti fa partire delle indagini su alcuni amministratori della città di Catania

Infine, quello che sembra essere il pezzo più grosso: il supposto sventato rapimento di Giovanni Cartia, presidente della Banca Agricola Popolare di Ragusa, l'ultima banca siciliana rimasta che ultimamente aveva beneficiato della vendita di alcune filiali del Banco di Sicilia da parte di Unicredit e che potrebbe diventare presto la nuova banca siciliana di riferimento, il nuovo Banco di Sicilia.

Secondo il servizio andato in onda su Antenna Sicilia, il piano dei criminali prevedeva, oltre al rapimento del facoltoso imprenditore anche “assalti a gioiellerie e portavalori”. Come credere che un ex-brigatista (la mente del gruppo aveva finito di scontare il carcere comminatogli per l'affiliazione alla colonna milanese delle BR) sia tanto sciocco da rischiare un rapimento di così alto profilo, quando l'obiettivo finale è raggranellare qualche spicciolo per “fondare una nuova azienda edile nel nord Italia”? Qualche cosa non quadra: la storia del rapimento è forse un bluff per “avvertire” Cartia?

Lombardo, oltre ad incassare l'apprezzamento di Di Pietro (“La corte che stava attorno a Cuffaro non si vede attorno a Lombardo e questo è un formalismo di cui questa regione aveva necessità”) e quella che sembra l'offerta di una alleanza (“Il modello di governo fatto di raccomandazioni, nepotismi, clientele deve cessare in Sicilia. Tutti coloro che si adoperano per fare questo troveranno il nostro appoggio”) non è stato con le mani in mano, ed ha risposto obliguamente minacciando in modo sottile di fare saltare il progetto del ponte (vedi il post “Alta bestialità”).

Ci siamo oramai. Come verrà ad aprire la porta Lombardo, con le mani in alto, o con le dita sul grilletto, come prima di lui hanno fatto Canepa, Milazzo, Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Falcone e tanti altri?

Fini, seppur ridotto ad un fantasma politico, mentre il pecoraio si gongolava nell'annuncio della nascita del PdL, si è faticosamente trascinato sino a Montelepre, dove ha scoperto una lapide per ricordare “gli appartenenti alle altre forze di polizia e armate, oltre ai civili caduti sotto i colpi del banditismo” (“Una lapide a Montelepre per le vittime del banditismo” SiciliaInformazioni.com, 26 marzo). Giuliano uccise quei militari in qualità di soldato dell'EVIS ed infatti quei crimini di guerra gli furono perdonati (egli era ricercato per i crimini commessi da civile) ed alla Sicilia fu concessa l'Autonomia. Lascio a voi la risposta al facile indovinello sul reale significato simbolico della cerimonia.

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[*] Ecco le parole di Di Pietro volato subito a Catania: «Credo che in Italia ci siano due Costituzioni, quella dei nostri padri e quella di Berlusconi, il quale l'ha scritta con Licio Gelli» (“Ci sono 100 Catania”, LaSiciliaWeb 28 marzo)



1 commento:

rrusariu ha detto...

Facile andare a scoperchiare una lapide, ma quando tutti sapevano che Giuliano sarebbe andato a Portella della Ginestra, nessuno(?!?!?!?} si ricordo' di mandare una forza pubblica alla manifestazione!

Il film "Segreto di stato" dice chiaramente qualcosa sulle ferite dei morti di Portella...

A quel tempo chi venne a rappresentare la forza pubblica in Sicilia, non sempre aveva la coscienza pulita, specialmente chi venne spostato dai Balcani a continuare il suo mestiere di funzionario pubblico fascista che non aveva alcun rispetto per la vita umana...

Oggi molti Siciliani prestano servizio come poliziotti e carabinieri, ma questo stesso governo non da alcun mezzo per espletare il loro impegno a difesa della legalita' e delle liberta' democratiche, costringendoli poi a fare le facce dure con la povera gente...

Un certo fan di Berlusca, che si e' prestatto a fare il sindaco di Palermu, da due anni disonora la Santuzza e da allora non gliene va bene manco una...

Spero che la triade delle nostre Sante Vergini Agata, Lucia e Rosalia possano intercedere per il popolo Siciliano.

Una divinata' dell'Etna, Hadranus andava girando per il sacro monte con dei cerberi che azzannavano chiunque profferisse falsita'.

Ka l'avissiru a muzzicari li kani, come dice un detto siciliano citato da Santi Correnti.