Suicide bomber
Sicilia, terra di misteri. Misteri sui quali non si scherza. Come a Canneto di Caronia, dove strani fenomeni elettromagnetici hanno terrorizzato gli abitanti per diverso tempo. O come a Riesi, dove di recente la pavimentazione di una piazza e di alcune case ha raggiunto la temperatura di 100° senza alcuna apparente spiegazione.
O come in questi giorni a Gela, dove da due mesi si verificano strane deviazioni nel comportamento di telecomandi e cancelli automatici, e dove finalmente ieri si è arrivati alla soluzione del giallo: uno scanner di un antennista. Contro il quale le agenzie addirittura si peritano di consigliare l'avviamento di una pratica legale (“Gela, chiarito il mistero dei telecomandi impazziti”, SiciliaInformazioni.com 27 maggio 2009).
Ufo, servizi segreti, fenomeni naturali, armi segrete. Non sappiamo cosa stia provocando questi “misteri”. Ma non possiamo fare a meno di notare un filo conduttore. Labile, ma pur sempre un filo conduttore che non porta ad un singolo obiettivo, ma che in realtà permea interamente lo “snodo” siciliano. Quel filo che rende oggi centrale la posizione della Sicilia nello scacchiere geopolitico mediterraneo.
Un filo che ieri ha toccato qualcosa che lo ha fatto andare in corto circuito: la rivoluzionaria decisione di sciogliere il governo del Presidente Raffaele Lombardo.
A Canneto di Caronia si sono avute parecchie segnalazioni di oggetti non identificati sui quali gli ufologi si sono subito gettati.
Quello che ci incuriosisce è il modo nel quale alcuni attendibilissimi testimoni avrebbero descritto un non meglio identificabile oggetto nel “lontano” 1997:
Nel giugno 1997 , una nave della nostra marina si trovava in navigazione al largo di CARONIA MARITTIMA, alle ore 5,30 del mattino tre membri dell’equipaggio notano sulla spiaggia un oggetto lungo circa 55/60 metri ed alto almeno 12, di colore nero immobile, scambiato per un grosso tubo per il metanodotto.
Negli anni seguenti stranissimi eventi si continuarono a ripetere tra le poche case della frazione, tra cui moltissimi incendi che sono stati imputati anche a gas infiammabili risalenti lungo fratture presenti nelle rocce.
Bene. Andiamo ora a Riesi, provincia di Caltanissetta. Per chi non lo sapesse, da quelle parti, lungo la scorrimento veloce Caltanissetta-Gela, ha sede l'azienda vitivinicola “Feudo Principi di Butera” di Zonin, l'imprenditore Veneto proprietario anche della Vini Corvo e della Banca Popolare vicentina, l'istituto che avrebbe dovuto acquisire l'IRFIS dalla regione, acquisizione recentemente bloccata dal mister Draghi-Britannia. Argomenti scottanti.
Anche a Riesi gli strani fenomeni sono stati “preparati” da indizi di attività “UFO”. In questo caso si tratta dei classici “croop circles” o cerchi nel grano di hollywoodiana memoria (ne vedete uno nel video sopra risalente all'aprile 2008). Poi improvvisamente all'inizio di questo mese come detto strane vampate di calore hanno provocato il surriscaldamento di alcune pavimentazioni sino a 100°.
Ed anche qui salta fuori l'ipotesi del gas, con tanto di tecnici della Siciliana Gas che fanno le dovute ispezioni.
Tornando a Gela, città di raffinerie, metanodotti e campi petroliferi, i fenomeni elettromagnetici di cui parlavamo non sono arrivati da soli:
Trecento famiglie di Gela hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni in seguito a una fuga di gas dal metanodotto cittadino. La fuga di gas e' avvenuta nel quartiere Giardinelli, nei pressi dello stadio comunale. Vari tombini sono saltati creando il panico tra la popolazione residente. (“Gela, fuga di gas da metanodotto”, SiciliaToday.net 27 maggio 2009)
I poveri tecnici della Siciliana Gas sono subito dovuti accorrere chiamati dal sindaco Crocetta. Una situazione esplosiva.
Come esplosivi sono gli ultimi sussurri politici dello stesso sindaco Crocetta, secondo la parole di Giusto Catania, europarlamentare del prc (“Lombardo:«La giunta entro giovedì»”, LaSiciliaWeb.it 26 maggio 2009):
“E' imbarazzante leggere le dichiarazioni del sindaco di Gela Rosario Crocetta, immemore degli attacchi politici che egli stesso riservava a Lombardo solo pochi mesi fa. Crocetta si dichiara disponibile a fare un governo con un pezzo del sistema di potere che fino a ieri, a gran voce, ha contrastato.”
Nello stesso inciucio sembra essere coinvolta la Borsellino, coinvolgimento confermato dalla risposta della stessa: “La verità è che io sono e continuerò a restare libera.” Come no.
Ma mentre della Borsellino conosciamo bene l'insipienza politica, non potremo mai credere che il Crocetta non abbia notato il riposizionamento in area MPA di quello che dalle sue parti (politiche) è spesso indicato come “il pregiudicato Dell'Utri” (“Regione in crisi e scontro elettorale frantumano il centrodestra”, SiciliaInformazioni.com 20 maggio 2009):
“I miei amici dei “circoli del buongoverno” in Lombardia non voteranno Pdl, a seguito di un dissidio insanabile sulle candidature alle elezioni provinciali di Milano”
Non potendo che concordare con Catania riguardo a certe dichiarazioni passate, a questo punto le cose sono due: o Crocetta ha ceduto alle recenti “pressioni” mafiose (una costante di ogni elezione), oppure si è deliberatamente alleato con essa [*] .
Insomma, a sinistra vedono la fine di Berlusconi e non vogliono lasciarsi sfuggire l'occasione. Per questo sono pronti a buttarsi contro il bersaglio carichi di esplosivo pur sapendo che ciò potrebbe significare il loro suicidio politico. D'altronde, che figura ci farebbero se dopo quasi vent'anni di guaiti alla luna ora un odiato democristiano riuscisse nell'impresa senza di loro!
Qualche anima pia contraria all'eutanasia però vorrebbe impedire questo atto suicida, e così a Gela oltre all'imperizia dell'antennista, si devono sorbire quella dei rapinatori con la fiamma ossidrica:
I malviventi (...) Armati di fiamma ossidrica, hanno tagliato la spessa lamiera (...) Ma scintille e calore hanno appiccato un incendio.
Crocetta ne approfitta per dire la sua, insieme ai rappresentanti dell'antiracket (Intimidazione, in fiamme un magazzino, Crocetta: “Continueremo a lottare”, LiveSicilia.it 28 maggio 2009):
Nessuno si illuda, a Gela e in Sicilia è iniziata una rivolta che non può essere fermata
Crollano i piloni della Caltanissetta-Gela e poi l'asfalto (vedi sopra...), quasi quasi scoppia un quartiere, ed ecco che per una tentata rapina si scomodano rivoluzioni, racket, estorsioni. Non è una presa di posizione un po' esagerata per una rapina fallita? Le “violenze e le sopraffazioni” di cui parla Crocetta sono altre.
E lo stesso pensiero devono avere avuto alla redazione di una testata siciliana, dove hanno corredato l'articolo con la foto che vedete sotto.
Nota finale: Caronia, Riesi ed ora Gela. Sto forse cercando di dire che si tratta solo di minacce politiche? No. Non posso saperlo. Anche se qualche collegamento deve esserci. Quello che voglio mettere in evidenza, qui come in altre occasioni (vedi il post “Danni collaterali”), è il modo in cui le notizie vengono riportate dai mezzi d'informazione. Tramite eventi apparentemente slegati come gli UFO, le fughe di gas, o un rapinatore maldestro, politici, imprenditori, massoni, uomini di chiesa si scambiano messaggi, avvertimenti, minacce. I mass-media non fanno altro che recapitarli al destinatario.
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[*] La terza ipotesi, cioè che non vi sia più alcuna mafia – e che quindi non vi sia stata alcuna minaccia mafiosa rivolta al Sindaco di Gela – ma che siano tutte buffonate elettorali per oggi la inseriamo solo come nota.
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